Grillismo-grullismo

Avevo un collega, a lavoro, con cui ogni tanto si parlava di politica.

Un appassionato della “res publica”, con una preponderanza verso il PD. E con una netta avversione per il centrodestra e, soprattutto, per il Movimento5Stelle. Tanto che aveva coniato il termine “grullismo”, a mo’ di presa in giro del “grillismo”.

Alla luce dei fatti, devo dire che non aveva tutti i torti. Come ho sostenuto in diverse occasioni, avevo forti simpatie per il M5S, ma poi me le hanno fatto passare. Tutte!

Questa loro litania per cui ogni provvedimento licenziato dal Parlamento è un attacco al M5S, che ogni atto di Camera e Senato è contro di loro, insomma questo continuo ed estenuante “al lupo! al lupo!” ha rotto le palle (e scusate il francesismo).

Amici  pentastellati, voi non siete gli unici paladini, non siete gli unici cani da guardia della democrazia. La nostra Costituzione garantisce pesi e contrappesi tra i poteri (legislativo-esecutivo-giudiziario). Invece che inveire sempre e comunque con qualsivoglia formazione politica, senza arrivare ad accordi con nessuno, questa vostra continua ed incessante ricerca del Parlamento “puro e pulito” ha stancato. Metteteci una pietra sopra: non si può essere immacolati quando si scende nell’agorà politico.

Molte delle proposte che avete formulato negli anni hanno sortito l’effetto di raccogliere voti, di intercettare il malumore degli italiani stanchi del dualismo centrosinistra-centrodestra. Ma è altrettanto vero che alla lunga questa scelta di castità non paga.

Permettemi, ancora una volta, di suggerirvi una svolta: iniziate a lavorare meglio sul territorio (Roma, Livorno, Torino non sono buon esempi), poi vediamo se riuscite ad essere meritevoli di governare il Paese. Per ora, direi proprio di no.

Di nuovo un rombo

Sta partendo un’altra sessione di rally.

E di nuovo, oltre a girare le auto, girano le palle.

Secondo Wikipedia “… Il rally (letteralmente, dall’inglese, “raduno”) (in francese rallye) è una disciplina sportiva dell’automobilismo che si svolge su strade pubbliche sia asfaltate che sterrate utilizzando vetture da competizione derivate da modelli stradali. Per la precisione, si tratta di un misto tra gara di regolarità, visto che sui tratti di trasferimento le vetture devono rispettare il Codice della strada, e gara di velocità a cronometro.
In questa disciplina il regolamento prevede che ogni ostacolo naturale debba essere affrontato dai concorrenti. Per cui anche in caso di estremo maltempo la competizione deve andare avanti. Infatti non è difficile vedere gare che si svolgono in piena notte, su strade completamente innevate o in presenza di forte nebbia. Le strade pubbliche (ovviamente chiuse al traffico per l’occasione) in cui i concorrenti vengono cronometrati si definiscono prove speciali. Le prove speciali devono avere spiccate caratteristiche di tortuosità e difficoltà e possono avere una sede stradale molto stretta e sconnessa, per cui soprattutto in Italia, strade con queste peculiarità si trovano principalmente in collina e in montagna. Più raro trovarle in pianura, ma in altre nazioni con morfologie del territorio diverse non è impossibile vedere rally che si svolgono interamente in pianura. Le prove speciali non vengono allestite con dotazioni di sicurezza di alcun genere al contrario di altre specialità su strada, salvo all’occorrenza piccole protezioni in gomma o con balle di paglia su oggetti particolarmente sporgenti ed affilati come alcuni guardrail o bordi di muretti. In Italia una prova speciale non può superare i 100 km/h di media oraria pena l’esclusione dal Rally l’anno successivo. Nelle gare di Campionato del Mondo e nei Campionati Nazionali di altri Stati non c’è un limite alla velocità media.”

Non vi è bastata la morte di Ballerini, non vi sono bastate tutte le batoste accusate nelle precedenti edizioni, comprese le brutte ferite, cadute, burroni, scarpate etc.

No.

Ci risiamo.

Se non s’è ancora capito, io detesto il rally. Profondamente.

 

Non vi rendo partecipi di ciò che avevo scritto di getto in questo articolo, perché sarei tacciato di chissà quali crimini. Ma vi assicuro che, tra i tanti “sport”, questo è quello che non tollero e non tollererò MAI. E ora, mentre le auto sfrecciano sotto casa incuranti del Codice della Strada, mi ritiro nelle mie stanze. Perché in questo weekend è bene non incontrare certi esaltati della velocità.

Tra sinistra e destra

«La sinistra non è il comunismo, così come la destra non è il fascismo. Churchill e De Gaulle erano di destra, e sono stati i capi della lotta contro il nazifascismo di Inghilterra e resistenza francese.

Le atrocità dello stalinismo e poi le dittature comuniste dell’Est sono condannate dalla storia.

Brandt e Mitterrand non erano certo dei comunisti.

Sandro Pertini è stato un grande e amato presidente. Era un uomo di sinistra. Era stato perseguitato condannato e incarcerato dal fascismo per le sue idee.

Oggi le ideologie sono per lo più antiquariate. Ma non per questo possono essere rivalutati regimi feroci e illiberali. Il fascismo ha abolito gli altri partiti e le libere elezioni, così come ogni forma di controllo sui suoi rappresentanti, dal duce all’ultimo podestà. Si è alleato con il nazismo, ha introdotto le leggi razziali, ci ha portato in una guerra disastrosa. Un regime battuto dalla storia.

Fine, senza possibilità di replica»

E.Mentana

A morte il Padule!

La politica ha deciso: il Padule di Fucecchio deve morire!

9 Agosto 2017, l’assessore regionale Fratoni: “…nell’anno 2015, è stato sottoscritto un accordo fra Regione, comuni rivieraschi, Provincia e Consorzio Basso Valdarno, nel quale è stato previsto il contributo regionale di 30 mila euro, che verrà materialmente erogato nei prossimi giorni a favore della Provincia e attinente alle attività del Centro. In quell’atto, inoltre, è statuito l’impegno dei soci a operare una nuova definizione della veste giuridica della onlus, che la renda più coerente con i tempi attuali e sostenibile da parte dei soci.

12 Agosto 2017, l’assessore regionale Fratoni, intervistata dal giornalista RAI Jacopo Cecconi, afferma: “Vi sono altre opportunità. Che sono i bandi comunitari, il PSR (Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana), ci sono ovviamente attività alle quali il Centro può tranquillamente candidarsi. L’unica cosa che non può essere è che, se il territorio non crede nel Centro, se i comuni per primi non lo sostengono finanziariamente, si possa chiedere alla Regione di sostituirsi ai soci e di dare contributi a pioggia.

E’ chiaro, a questo punto, che qualcuno vuole trasformare la più grande palude interna italiana e una delle più importanti a livello europeo, in un’area non più protetta.

Cosa nasconde questa svolta a 180 gradi della signora Fratoni? A distanza di così pochi giorni, inverte la marcia e decreta la messa a morte del territorio e dell’ambiente lacustre, temi che invece dovrebbero essere il fulcro centrale del suo mandato. Giusto pungolare i comuni rivieraschi, giusto pungolare i proprietari dei terreni che ricadono nel perimetro dell’area, ma allora perché non procedere a trasformare l’intera area in un parco protetto? Una riserva con rigidi controlli, rigida regolamentazione, intervento dell’uomo contingentato e supervisione del Ministero del’Ambiente?

Forse perché così vengono meno certi interessi di certe figure, che il Padule l’hanno visto sempre solo e soltanto come una mucca da spremere e non come risorsa ambientale?

Come diceva Don Giulio (Andreotti): a pensar male si fa peccato, ma difficilmente si sbaglia. Ecco, in questo caso allora, io spero di sbagliarmi, ma vediamo se la politica (Comune-Provincia-Regione) smentisce o meno queste mie preoccupazioni.

 

Lo stolto, il dito, la luna

Con un po’ di settimane di assenza, causa vari impegni, riprendo in mano il mio amato blog. E lo faccio all’indomani dei risultati elettorali delle elezioni amministrative che si sono svolti in Italia ieri. Un dato che mi fa riflettere: non solo nella mia Pistoia, ma un po’ in tutta Italia il Partito Democratico perde. E di brutto!

Analisi… Ma è merito dei partiti di destra o centrodestra ad avere incanalato la rabbia verso il diverso, verso l’immigrato (tout cour, a prescindere se sia rifugiato o meno, se sia in fuga da guerra etc etc) e verso il solito discorso trito che la sinistra non è brava a governare perché mette le tasse a tutti? Oppure è demerito della linea politica del segretario PD in primis ad aver spinto gli elettori a spostare la propria preferenza verso altri partiti?

Chi mi conosce sa bene quanto io non abbia mai avuto simpatie per il PD, meno che mai per il suo attuale segretario. E continuo a sostenere la mia antipatia verso una direzione politica di destra!

A livello locale forse qualcosa si può ancora fare (forse!), ma vedo quanto questo partito sia diventato una maschera, usata per continuare a fare i propri interessi nel proprio orticello (comunale/provinciale/regionale).

Cosa vuole il cittadino? Cosa chiede alla classe politica attuale? Indubbiamente qualcuno se lo sarà chiesto, per Dio! Se voglio fare politica, qualche domanda me la pongo… almeno io… Il cittadino vuole pagare meno tasse, perché siamo veramente al colmo e al paradosso che si predica bene e si razzola male (in pochi anni la mia TARI è triplicata!!!!); il cittadino vuole più sicurezza nelle città e nelle strade (spesso lasciate in balìa di se stesse); il cittadino vuole che i politici siano finalmente ONESTI, la lezione della prima Repubblica è servita solo a conclamare le tangenti e farle divenire attività quotidiana e spudoratamente alla luce del sole; il cittadino vuole che chi amministra un comune sia un primo cittadino che sì, ha un colore politico, ma che poi faccia qualcosa per tappare le buche lungo le strade, o che si prenda cura del verde, che faccia interventi seri sul territorio, senza usare il cemento come pretesto per far ripartire l’economia (invece di nuove colate per nuove abitazioni, che spesso rimangono invendute causa penuria di euro, ristrutturiamo quelle decine di migliaia che sono vuote).

Vogliamo poi parlare delle province? A cosa ha portato la riforma Del Rio? Ad un guazzabuglio giuridico e politico, ha azzerato competenze e professionalità, ha tolto un presidio sul territorio, ha spostato personale verso comuni e regioni o altri enti pubblici… E che è successo poi? Gli enti ci sono ancora, chiamateli come vi pare ma ci sono: depotenziati, senza soldi, senza avere la possibilità di gestire quel parco di competenze che sono state mantenute… Risultato? Presidenti di provincia costretti a denunciare lo Stato alle procure delle repubbliche!

E’ ora di finirla con gli spot elettorali, tanto cari a Renzi come a Berlusconi. Ed è ora di finirla anche con quella demagogia becera di Grillo e del suo movimento. La democrazia è il governo del popolo, e per fare questo occorre riportare la politica nelle famiglie. Ripartire da un concetto di partecipazione democratica, di far tornare l’interesse a occuparsi della res publica, della cosa pubblica. Coinvolgere i cittadini nell’interesse del singolo municipio, invitando la gente ai consigli comunali, informando e formando.

Finché gli interessi di pochi avranno il predominio sugli interessi dei tanti, e finché la smania dittatoriale di un singolo uomo al comando prevarrà sull’ottima di buona amministrazione e responsabilizzazione e di etica, allora ci meriteremo i Renzi e i Berlusconi che abbiamo avuto e che hanno ancora voce in capitolo.

Gli unti del signore, gli uomini salvatori della patria, chi si considera l’unica vera scialuppa di salvataggio… finiscono sempre per fare una pessima fine (politica e non).

A questi personaggi io preferisco un sindaco che si sporca le mani per fare il proprio lavoro e per essere presente con i cittadini. Di gente arroccata sugli scranni, buona sono a vaticinare e sproloquiare, che non ha nemmeno la decenza di ascoltare maggioranza e opposizione, che si sente superiore, che non fa mai una seria autocritica, non ne abbiamo più bisogno.

60 anni di Europa unita

1957 – 2017.

60 anni.

Un continente, il Vecchio Continente, più o meno unito.

Tante speranze, tante aspettative da quel lontano 1957. Ma l’Europa di oggi non è di certo quella che i padri fondatori speravano venisse realizzata.

Una dichiarazione, quella firmata oggi dai capi di stato e di governi dei 27 paesi UE che suona più come una promessa da marinaio.

Tante belle parole che sono destinate a rimanere mere illusioni se non si inizia un serio percorso di crescita politica, democratica e civile.

I cittadini europei ci sono, manca l’Europa! Manca la vera Europa, quella più sociale e meno finanziaria, quella profetizzata da Altiero Spinelli.

 

Si comincia il nuovo anno con educazione e rispetto