Abolizione vitalizio a Bagnasco

repubblica_italiana_emblema_logoEmail inviata al Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana: matteo@governo.it

Gentile dott. Renzi,
è stata avviata una petizione online per chiedere l’abolizione della pensione percepita dal cardinale Bagnasco in qualità di generale di armata per aver svolto funzioni di cappellano militare dal 2003 al 2006.
La petizione in pochissimi giorni ha superato le 86.000 firme, segno evidente che su questo tema la popolazione ha una discreta sensibilità.
Se fosse stata avviata una legge di iniziativa popolare, e non un petizione online, con molta probabilità non avremmo avuto difficoltà a raccogliere le firme.
Tutto ciò a dimostrazione che in un momento economico/sociale di così grande difficoltà, l’opinione pubblica non è più nelle condizioni di accettare sprechi di denaro pubblico a favore di uno stato extracomunitario.
Le pensioni erogate ai cappellani militari sono l’ennesima beffa nei confronti dei cittadini italiani che pur avendo lavorato per molti anni, non si sono visti riconosciuto il diritto a percepire la pensione.
La piaga delle pensioni d’oro elargite a rappresentanti della monarchia vaticana, è resa ancora più grave dal diverso trattamento a loro riservato: non solo i cappellani ricevono stipendi e pensioni dallo Stato, ma possono maturare la pensione con largo anticipo rispetto ai comuni mortali.
Non è un segreto che il conto patrimoniale “fondo di previdenza per il culto” iscritto a bilancio dall’Inps, abbia un disavanzo di circa 2 miliardi di euro, giustificato dal fatto che le pensioni erogate ai rappresentanti dello stato della Città del Vaticano, non siano coperte da sufficienti contributi versati dagli stessi.
Il lavoratore Bagnasco, che è anche un generale di armata, ha diritto ad una pensione che si aggira intorno ai 4.000 euro mensili, nonostante abbia prestato servizio solo 3 anni.
In un momento in cui il governo, raschia il fondo del barile, togliendo diritti e dignità ai cittadini, infierendo sulle vedove, troviamo coerente andare a recuperare anche dove la chiesa non permette intrusioni: i privilegi, le agevolazioni e le esenzioni ad essa concesse dallo Stato italiano.
In ragione di quanto sopra esposto chiediamo a Lei, presidente del Consiglio dei Ministri, un incontro con i responsabili della petizione per permettere loro di consegnare le firme di noi cittadini che abbiamo detto basta ai privilegi della chiesa a danno dei lavoratori.
In attesa di un suo cortese riscontro.

Saluti.

V.M.
Cittadino che paga le tasse