Loro

Trascrivo qui un meraviglioso post del sig. Fabio Salamida.

Il fatto che il film “Loro” di Paolo Sorrentino – la pellicola che parla di Silvio Berlusconi – sia praticamente introvabile in Italia, è un fatto di una gravità assoluta.
Censure del genere, applicate con metodi subdoli (chi compra i diritti del film lo “nasconde” al pubblico…), fanno somigliare l’Italia a Paesi come la Cina e l’Iran.
Silvio Berlusconi è stato uno dei personaggi più negativi della storia della Repubblica. A lui si deve molto dell’arretramento umano e culturale di una parte del Paese. Tradotto: se molti italiani di oggi sono dei trogloditi o degli analfabeti funzionali che rimpiangono il passato perché non sanno leggere il presente, è anche colpa di decenni di televisione commerciale creata dal Berlusconi imprenditore e delle idiozie del Berlusconi politico.
È lui che ha portato la politica all’infimo livello che è sotto gli occhi di tutti. È lui che ha reso l’Italia ancora più povera: non lo dice il sottoscritto ma i dati pubblicati da Banca Mondiale e Ocse sulle variazioni del Pil e del debito pubblico negli anni in cui ha governato.
E tralascio quello che concerne la sua moralità. A differenza di tanti esponenti della destra (creati proprio da Berlusconi…) non amo occuparmi di quello che fanno gli altri sotto le coperte.
La “santificazione” fatta a colpi di maggioranza dall’attuale governo (figlio “naturale” del berlusconismo) non cancella quello che è stato.
Non cancella quasi vent’anni di disastri, non cancella le umiliazioni subite dall’Italia in campo internazionale, non cancella le torture del G8 di Genova, non cancella le epurazioni in Rai, non cancella lo sdoganamento di partiti e politici che dovevano restare in quel sottosuolo maleodorante in cui la storia li aveva relegati.
“Loro” di Paolo Sorrentino racconta quegli anni in modo lucido e poetico. Impedire che gli italiani lo vedano potrebbe essere il terzo capitolo del film, quello che parla di come è ridotta l’Italia post berlusconiana.

Lo stolto, il dito, la luna

Con un po’ di settimane di assenza, causa vari impegni, riprendo in mano il mio amato blog. E lo faccio all’indomani dei risultati elettorali delle elezioni amministrative che si sono svolti in Italia ieri. Un dato che mi fa riflettere: non solo nella mia Pistoia, ma un po’ in tutta Italia il Partito Democratico perde. E di brutto!

Analisi… Ma è merito dei partiti di destra o centrodestra ad avere incanalato la rabbia verso il diverso, verso l’immigrato (tout cour, a prescindere se sia rifugiato o meno, se sia in fuga da guerra etc etc) e verso il solito discorso trito che la sinistra non è brava a governare perché mette le tasse a tutti? Oppure è demerito della linea politica del segretario PD in primis ad aver spinto gli elettori a spostare la propria preferenza verso altri partiti?

Chi mi conosce sa bene quanto io non abbia mai avuto simpatie per il PD, meno che mai per il suo attuale segretario. E continuo a sostenere la mia antipatia verso una direzione politica di destra!

A livello locale forse qualcosa si può ancora fare (forse!), ma vedo quanto questo partito sia diventato una maschera, usata per continuare a fare i propri interessi nel proprio orticello (comunale/provinciale/regionale).

Cosa vuole il cittadino? Cosa chiede alla classe politica attuale? Indubbiamente qualcuno se lo sarà chiesto, per Dio! Se voglio fare politica, qualche domanda me la pongo… almeno io… Il cittadino vuole pagare meno tasse, perché siamo veramente al colmo e al paradosso che si predica bene e si razzola male (in pochi anni la mia TARI è triplicata!!!!); il cittadino vuole più sicurezza nelle città e nelle strade (spesso lasciate in balìa di se stesse); il cittadino vuole che i politici siano finalmente ONESTI, la lezione della prima Repubblica è servita solo a conclamare le tangenti e farle divenire attività quotidiana e spudoratamente alla luce del sole; il cittadino vuole che chi amministra un comune sia un primo cittadino che sì, ha un colore politico, ma che poi faccia qualcosa per tappare le buche lungo le strade, o che si prenda cura del verde, che faccia interventi seri sul territorio, senza usare il cemento come pretesto per far ripartire l’economia (invece di nuove colate per nuove abitazioni, che spesso rimangono invendute causa penuria di euro, ristrutturiamo quelle decine di migliaia che sono vuote).

Vogliamo poi parlare delle province? A cosa ha portato la riforma Del Rio? Ad un guazzabuglio giuridico e politico, ha azzerato competenze e professionalità, ha tolto un presidio sul territorio, ha spostato personale verso comuni e regioni o altri enti pubblici… E che è successo poi? Gli enti ci sono ancora, chiamateli come vi pare ma ci sono: depotenziati, senza soldi, senza avere la possibilità di gestire quel parco di competenze che sono state mantenute… Risultato? Presidenti di provincia costretti a denunciare lo Stato alle procure delle repubbliche!

E’ ora di finirla con gli spot elettorali, tanto cari a Renzi come a Berlusconi. Ed è ora di finirla anche con quella demagogia becera di Grillo e del suo movimento. La democrazia è il governo del popolo, e per fare questo occorre riportare la politica nelle famiglie. Ripartire da un concetto di partecipazione democratica, di far tornare l’interesse a occuparsi della res publica, della cosa pubblica. Coinvolgere i cittadini nell’interesse del singolo municipio, invitando la gente ai consigli comunali, informando e formando.

Finché gli interessi di pochi avranno il predominio sugli interessi dei tanti, e finché la smania dittatoriale di un singolo uomo al comando prevarrà sull’ottima di buona amministrazione e responsabilizzazione e di etica, allora ci meriteremo i Renzi e i Berlusconi che abbiamo avuto e che hanno ancora voce in capitolo.

Gli unti del signore, gli uomini salvatori della patria, chi si considera l’unica vera scialuppa di salvataggio… finiscono sempre per fare una pessima fine (politica e non).

A questi personaggi io preferisco un sindaco che si sporca le mani per fare il proprio lavoro e per essere presente con i cittadini. Di gente arroccata sugli scranni, buona sono a vaticinare e sproloquiare, che non ha nemmeno la decenza di ascoltare maggioranza e opposizione, che si sente superiore, che non fa mai una seria autocritica, non ne abbiamo più bisogno.

Il re è nudo, a morte il re!

ITALY POLITICS GOVERNMENTE così, alla fine, nonostante tutte le leggi fatte a propria difesa e contro ogni base democratica, il Cavaliere è stato condannato! Esiste una giustizia allora? No, non esiste.

Non esiste semplicemente perché fa comodo così, a destra e anche a sinistra! Perché se Silvio Berlusconi rappresenta l’anomalia di un sistema di metastasi che hanno invaso questa povera Italia, in 20 anni di malgoverno e di spudorata vessazione mediatica, la cosiddetta opposizione non può cantare vittoria.

Silvio ha avuto nei DS prima e nel PD poi il miglior alleato di sempre! E questo, alla faccia degli elettori!! Il PD non è stato da meno in quanto a macchina da guerra per la “riforma” dello Stato, in quanto ha una seria compartecipazione di colpa in questo sfascio degli architravi della nostra Repubblica. La riprova? Oh ma è semplice. Guardatevi su YouTube il discorso di Luciano Violante, ex presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, che snocciola tutte, e sottolineo TUTTE, le motivazioni che avrebbero portato all’incandidabilità di Berlusconi o a una sua delegittimazione, ma che sono state VOLONTARIAMENTE omesse dai parlamentari del centrosinistra. Oppure, il caso Penati: a suo carico sono state mosse gravissime accuse, conclamate e sostenute da prove inconfutabili. Ma grazie alle leggi ad personam che hanno parato il culo a Silvio, anche il compagno Penati ha potuto festeggiare la prescrizione del reato, nella giornata dello scorso 22 Maggio.

Perciò, a parte gli adepti del PDL che sostengono a tutti i costi il loro gran maestro nonostante sia un ladro conclamato, mi fanno venire gli urti di vomito tutti gli altri pseudo avversari del Cavaliere, che si cuciono addosso l’abito dei grandi moralizzatori quando in realtà sono semplicemente più meschini del loro presunto avversario politico.

Niente spumante, grazie

Io non festeggio. Non c’è niente da festeggiare. Si chiude un’era, quella imperniata sul ruolo politico e privato di Silvio Berlusconi, ma questo non giustifica nessuna festa. Gli italiani lo hanno votato, lo hanno voluto nel 1994, nel 2001, nel 2008. Hanno scelto liberamente di designare questo signore come capo del Governo e quindi come capo del sistema amministrativo della nostra Repubblica. Esattamente come hanno designato Prodi nel 1996 e nel 2006.

Non nascondo che ho avuto dei moti di gioia quando è stato ferito (cavalletto nel 2004 e miniatura del Duomo di Milano nel 2009), ma a mente fredda mi rendo conto che è stato un errore, se non altro perché il tuo avversario politico è una persona come te e come tale, deve essere rispettata sempre, anche se ha idee e valori nettamente e profondamente diversi dai tuoi.

In secondo luogo, personalmente non voglio festeggiare le dimissioni di questo governo, perché ritengo che il momento sia molto più serio. L’Italia è a un passo dal fallimento, per colpa di un “laissez-faire” liberista che non condivido, strozzata da un’economia ferma, stagnante, chiusa da poteri e soggetti che non vogliono cambiare e perdere prerogative e privilegi. Vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca, vogliamo che i conti siano in regola ma non vogliamo sacrifici. Ma è anche vero che in questi anni, di governi di centro-destra e centro-sinistra, poco si è fatto per la nostra economia. Io non sono un economista, ho studiato qualcosa ai tempi di ragioneria, perciò posso solo dare la mia personale visione. Siamo diventati sempre più poveri, almeno noi della maggioranza del popolo, mentre alcuni si sono arricchiti sempre più… pochi… un contrasto, una forbice demografica che progressivamente si è fatta sempre più ampia. Da una parte il grosso della popolazione che si vede ridurre il reddito per effetto delle maggiori spese dovute ai tagli agli enti locali, dall’altra una piccola parte di italiani che invece non risente di questi tagli ma che anzi, per uno strano gioco, vede aumentare il proprio reddito.

E questo, caro presidente Berlusconi, è per effetto delle sue scelte economiche. Lei ha visto aumentare il suo patrimonio personale fino a 7,8 miliardi, io invece mi trovo ancora senza lavoro, a vivere insieme alla mia famiglia, in una casa vecchia e con tanti problemi di ristrutturazione che non ci possiamo permettere, e viviamo tutti con la pensione di mamma, perché quel poco che viene fuori come guadagno dall’azienda agricola di famiglia è reinvestito per l’acquisto di trattore & attrezzature.

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