Giovedì sera. Leggera brezza puntente. 10 gradi. Umido…
Ambientazione ideale per rifugiarsi in un cinema e guardarsi un bel film. Scelta… cosa vedere? Apro internet, cerco su Pistoia le programmazioni delle varie sale… Trovato! Quale miglior film se non “La fine è il mio inizio”, tratto dal capolavoro di Tiziano Terzani. Si, deciso, quello!
Parcheggio… Due passi… Sento le voci di chi è in fila… Poca gente…
Biglietti… Straap… Entro…
Sala vuota, mi metto comodo in zona centrale…
Entrano piccoli gruppi.
Siamo circa una trentina, forse una cinquantina di spettatori… Pochi ma buoni…
Inizia il film, Bruno Ganz è incredibilmente simile a Tiziano… La voce… Il racconto degli ultimi giorni di questo piccolo grande uomo, di questo eremita moderno, fermato sui monti pistoiesi all’Orsigna, che ha girato in lungo e in largo l’Oriente, nel pieno degli sconvolgimeti del XX secolo post guerra mondiale…
E racconta, racconta, racconta, della grande Cina distrutta dagli ideali di Mao, della Cambogia, del Vietnam, della meditazione, dell’umanità, di questa pazza umanità che non ha imparato niente in millenni di inutili guerre, di questo piccolo grande cimitero che è la Terra…
E Folco, interpretato da un bravissimo Elio Germano, prende nota di questa valanga di pensieri e riflessioni del padre, che giunto ormai al suo cammino, vuol lasciare al figlio un qualcosa di quello che è stata la sua vita, il suo pensiero, i suoi sentimenti, le sue sensazioni, le sue esperienze… Perché difficilmente ogni figlio conosce le esperienze e i pensieri del proprio genitore…
E immancabilmente il mio pensiero è tornato a mio padre… E sull’ultimo respiro di Tiziano, un sussulto e un groppo mi ha chiuso la gola… Ripensando al 1990, a quella calda e afosa mattina… Addio Tiziano, ciao papà.
Tiziano Terzani (1938-2004)