La vita ai tempi di una pandemia

Sottotitolo: pensieri e riflessioni in queste settimane.

Fa un po’ strano.

Siamo una generazione nata a metà anni ’70, che non ha vissuto i drammi delle guerre (mondiali o civili), che ha goduto di un discreto benessere, di un tenore di vita migliore dei nostri avi.

Almeno per noi nati dalla parte ricca del mondo.

Eppure, questo 2020 (anno bisestile ergo funesto, a detta della tradizione), ci ha riportati indietro nella storia, una fastidiosa e alquanto tremenda macchina del tempo.

Il coronavirus che ha scatenato la pandemia di Covid-19 ci ha costretti, per il bene degli altri, a rinchiuderci in casa, a scollegare la nostra quotidianeità fatta di lavoro, spostamenti, amici, vita sociale. Ci ha portati in una dimensione di solitudine casalinga. Addio a spostamenti, addio a lavori, addio a relazioni sociali, addio a soldi & stipendi.

Ma, ahimè, addio anche a tante, tantissime persone, che hanno dovuto lottare contro un malefico piccolo esserino, e che dopo una dura lotta ci hanno abbandonato. Persone che non abbiamo potuto nemmeno salutare nelle forme più classiche, elaborando un lutto in pochissimi minuti perché le disposizioni sanitarie non permettevano funerali di nessun tipo.

Un virus subdolo, catapultato in una società un po’ strana.

Eppure… una lezione da questa pandemia la possiamo leggere. Umanità.

Il virus ci ha costretti a fare i conti con qualcosa che davamo per scontato: la socializzazione. Niente più strette di mano, abbracci, baci, contatti, saluti. Niente. Stop. Distanziamento sociale.

L’emergenza ci ha aperto gli occhi (o forse li hanno aperti solo coloro che li avevano tenuti chiusi per comodità) su cosa vuol dire avere un sistema sanitario garantito a tutti e sostenuto con la tassazione. E su cosa voglia dire pagare le tasse che servono a pagare medici e infermieri e per acquistare materiali sanitari da destinare alla popolazione. Tutto questo, nei paesi dove la spinta capitalistica è più forte, non è possibile (USA, UK etc).

L’emergenza, poi, ha costretto la classe politica a mettersi seriamente in gioco: i personaggi più squallidi, gli sciacalli più meschini, hanno tirato fuori il peggio di loro, dimostrando ancora una volta che una destra estrema è pericolosa, peggio di una presunta sinistra estrema. Sinistra non vuol dire comunismo, comunque. Perché il paragone, per i simpaticoni di destra, è immediato. Per contro, dovremmo dire allora che destra = fascismo. Ma non è così, e allora che non siano loro a puntare sempre il dito.

La classe politica, poi, ha dovuto fare i conti con i conti: che non tornano, ancora! L’Italia ha dei conti pubblici da spavento, le entrate non coprono le spese, il debito pubblico enorme, gli interessi sul debito che son sempre lì a rosicchiare il poco surplus. Che fare? Gli economisti da supermercato hanno urlato di stampare moneta e dare soldi a pioggia un po’ a tutti. Eh certo, se vuoi usare le banconote del Monopoli, fai pure. Di nuovo un’approssimazione della realtà, un qualunquismo da 4 soldi, spacciato per conoscenza, per verità, per certezza. Ma una delle prime lezioni di economia politica è proprio questo: non si stampa moneta dal nulla. C’è sempre un do ut des, un dare e avere, e senza la parità aurea (stampo moneta per quanto oro mi vendi), non è possibile creare moneta dal nulla. O meglio, sì, è possibile, ma con una serie di conseguenze negative per tantissimi, soprattutto per la popolazione più povera, a discapito dei soliti ricchi. Su Google troverete tantissimi esempi, ma quello che ho trovato qui vi fa capire in maniera molto semplice di cosa parliamo.

Soldi. Tasse. L’Italia ha dovuto chiedere un enorme massa di denaro per far fronte alla chiusura forzata di moltissime aziende, negozi, attività produttive. A chi chiedere questi soldi? Ci sono un po’ di opzioni: o aumenti la pressione fiscale, o tagli le spese, o chiedi soldi in cambio di titoli di debito pubblico.
– Aumento della pressione fiscale. E come fai? Hai già una tassazione pesante, tra tributi diretti e indiretti. Aumentarli significa solo spremere ancora di più i contribuenti (o almeno quelli che pagano regolarmente e seriamente le tasse). Scelta non idonea.
– Tagli alle spese. Ci hanno provati in tanti, quasi sempre sono stati operati in maniera lineare e senza una vera discrezione, dovendo trovare ogni volta compromessi politici pendenti tra una fazione e l’altra, tra un ministero e l’altro, tra una materia e l’altra. Niente da fare anche qui.
– Soldi in cambio di titoli di debito pubblico. Lo Stato stampa titoli di debito, che vengono acquistati da investitori istituzionali o privati, garantendo un rendimento. Ma gli investitori devono fidarsi dello stato che li emette e, in caso negativo, chiedono tassi di interesse più alti per garantirsi una remunerazione dovuta al rischio più alto.
Che facciamo? L’Italia non può fare altro che optare per l’ultima ipotesi. Ma anche qui, i soliti pagliacci della politica urlano a gran voce che i soldi ci devono essere regalati, senza condizioni, anzi pretendono una discrezionalità nell’uso e, oserei, nella distribuzione di nuovo a pioggia.

Ma i soldi ci sarebbero, stimati in almeno 100 miliardi l’anno. E’ l’evasione fiscale. Tasse non pagate. Perché, cari miei, si sa, pagare le tasse non sembra così tanto bello come invece diceva anni fa il compianto Padoa Schioppa (nota: nei due anni in cui su ministro dell’economia e finanze  l’avanzo primario dell’Italia risalì dallo 0,3% al 3%, il deficit passò dal 4% al 2%, il debito pubblico scese dal 106,5% al 104%, il recupero di imposte evase fu di 20 miliardi, gli investimenti in infrastrutture superarono i 40 miliardi di euro).
Pagare le tasse, invece, è dovere di ogni cittadino! Art. 53 della nostra Costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” Però ci lamentiamo delle buche nelle strade, ci lamentiamo per le tasse universitarie, ci lamentiamo delle liste di attesa per gli esami sanitari, ci lamentiamo perché a detta nostra lo Stato non è efficiente. Ma senza quella mole di denaro, cari signori, vi dovreste pagare di tasca propria la sanità, la scuola, la sicurezza, i servizi essenziali. Se non vi sta bene pagare le tasse, cominciate a mandare i vostri figli in una scuola privata invece della pubblica, a pagare il servizio di sicurezza privata invece di chiamare Polizia o Carabinieri, e se vi sentite male rinunciate all’ospedale pubblico e fatevi ricoverare in una clinica privata.
Io sono favorevole ad un controllo sistematico dell’Agenzia delle Entrate: con il codice fiscale, si può risalire a proprietà mobili e immobili, conti correnti, acquisti etc. Togliere il contante significa eliminare il denaro in nero. Poi serve una seria riforma fiscale, magari comune a tutta la UE: tassazioni più progressive, tassazioni sui grandi patrimoni e sulle transazioni finanziarie. Chi ha di più, paghi di più. Basta agevolazioni e regalie ai soliti paperoni che, di fatto, creano una mancata redistribuzione in favore di chi non ha. Le agenzie fiscali e tributarie hanno gli strumenti, basta avere la voglia politica di fare queste operazioni. Magari con un federalismo fiscale più serio: tasse e tributi locali che siano a finanziare il territorio, tasse e tributi regionali e nazionali con un fondo perequativo in favore delle regioni più penalizzate, tasse e tributi europei gestiti direttamente dalla UE.

Concludo: è un periodo difficile per tutti, ma senza un po’ di equità e di buon senso, i poveri saranno ancora più poveri (e falcidiati dal virus), i ricchi saranno ancora più ricchi (e sani, forse). Servono soldi, a fondo perduto, per ripartire e per aiutare i più deboli. Servono finanziamenti agevolati a chi ha comunque le spalle più forti (medie e grandi imprese). Serve un bagno di umiltà da parte di molti, in primis gli imprenditori di un certo livello, che pretendono un ulteriore depauperamento dei diritti dei lavoratori in cambio di una forte agevolazione solo nei loro confronti. Ancora questa strana e ignobile teoria di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite: quando le aziende vanno bene, i soldi li intascano i padroni. Quando vanno male, subito si alzano le voci per un intervento dello Stato e soldi pubblici a go-go. Ma non erano i fautori del libero mercato, liberismo economico e guai se lo stato interveniva nell’economia perché sarebbe stato un male? Mah! A pensar male si fa peccato ma difficilmente si sbaglia, ci ricordava don Giulio (Andreotti), e anche stavolta sembra che una certa classe imprenditoriale voglia solo pararsi i deretani con agevolazioni, continuare a garantirsi a tutti i costi un agio e una ricchezza nonostante tutto e tutti.
Ma tanto i soldi non te li porti nella tomba.

Si riparte col 2020

Un po’ di presenze, un po’ di assenze, un po’ di riflessioni.

In questi ultimi tempi sono stato un po’ lontano dal mio blog, impegnato su tanti fronti, soprattutto impegnato nelle associazioni che seguo.

Mi sono dilettato di più a scrivere pensieri e riflessioni su Twitter e Facebook, oppure a fotografare qualcosa di interessante e mettere online su Instagram.

Ma di tanto in tanto, passati gli impegni, mi sono soffermato sulla bacheca, a guardare le statistiche, gli accessi, le ricerche… a domandarmi quando avrei potuto trovare un momento per scrivere ancora sul mio blog.

Uno pensa che un disoccupato abbia milioni di giornate di fancazzismo puro, senza far nulla, senza impegnarsi in nulla. Niente di tutto ciò! Provate a star dietro a due associazioni musicali e soprattutto provare a seguire la burocrazia del sistema protezione civile, e poi ne riparliamo!

In tutto ciò, ogni tanto una serata con gli amici, due risate, un po’ di alcool (beviamo sempre con moderazione), qualche discussione, tanti confronti costruttivi… passa il tempo…

E il 2020 è già arrivato, con il suo carico di aspettative, di buoni propositi, di incertezze, di sogni.

Mi sono ripromesso di leggere di più, perché questo 2019 è stato un anno di poche letture, e questo non me lo posso perdonare. Ma il letto e la stanchezza spesso hanno avuto il sopravvento. Con buona pace dei libri che ho acquistato e che aspettano ancora di essere letti.

Poi ci sono altri progetti, che voglio completare, e sogni che spero di poter realizzare.

Sarò più misantropo, purtroppo. Eh, non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo: mi ci portate a diventarlo, poi ne prenderete le conseguenze.

C’è sempre la discussione politica, quotidiana. La sfida tra fasciolegaioli e chi invece vuole ancora un paese fondato sul diritto, sull’uguaglianza, sulla solidarietà e sull’accoglienza. Un paese che ha avuto la malaugurata sorte di sdoganare rigurgiti fascisti e non si vergogna più di questo dipinto nero, segno che a qualcuno fa comodo. Persone insulse, purtroppo. La destra moderata dovrebbe capire che gli estremismi non pagano, anzi. E smetterla con questo continuo “al lupo al lupo” contro i comunisti, che non ci sono più, non torneranno più, non hanno fatto male al paese, al contrario dell’URSS. Perché tutte le conquiste sociali, in Italia, le abbiamo avute alla lotta di sinistra. Se non vi sta bene potete rinunciare a curarvi in ospedali pubblici, potete rinunciare a mandare i vostri figli alla scuola pubblica, potete rinunciare al contratto collettivo nazionale di lavoro e lavorare tutti i giorni senza tutele, potete rinunciare alla sicurezza pubblica e pagarvi la scorta armata privata. Potete fare tante cose, pagate e nessuno vi dirà “pio”.

Il 2020 si prospetta di saluto per amici e parenti che hanno la fissa per la politica e non vedono altro che non sia per forza politicizzato. Tanto, a dirvi che Cristo non è morto nel sonno, non ci credete, per cui siete liberi di andarvene. La Viacard ve la regalo io!

Nuovi progetti stanno per partire: la mia reflex, quest’anno, farà gli straordinari. Sì, quest’anno ho voglia di fotografare. Tanto. Tanti posti. Nuovi. Spero di trovare amici per andare a zonzo a divertirsi di tanto in tanto.

Quest’anno è l’addio a Windows 7. Ma anche no! Sul mio laptop me lo tengo stretto. Non passerò a 10, non ne ho proprio voglia. E’ il miglior sistema operativo che Microsoft abbia prodotto, il più semplice, il più completo, il più funzionale. Poi tanto c’è Linux ad aiutarmi, oppure il mio Mac per le cose più complesse. Ma Windows 7 per me rimane.

Ma a Flickr, che sta succedendo? Svenduto da Verizon-Yahoo e acquistato da SmugMug, col tempo sta perdendo lo smalto di un tempo. Mi tocca abbandonare uno spazio dove mi trovavo bene, anche se pagante, e trovare soluzioni alternative (magari spostando tutte le foto qui sul mio sito). Peccato però. Pessime strategie commerciali.

Tempus fugit. A presto!

Sinistra e destra – 2018

C’è ancora.

Nel 2018 c’è ancora differenza sul concetto di sinistra e di destra, nonostante i mentecatti a 5 stalle recitino un copione scritto da altri sulla presunta indifferenza tra i due concetti.

C’è ancora differenza, una enorme differenza.

Per noi di sinistra, mille persone in difficoltà sono come una persona: va/vanno aiutato/i.

Per voi di destra, un migrante è un illegale e pericoloso criminale e così tutti i migranti sono illegali e criminali.

Ecco, questa è la differenza.

Per chi è di sinistra, per chi crede nei valori umani e nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, crede in un mondo fatto di persone.

Voi, invece, vedete solo ombre e criminali, quando voi stessi siete i peggiori esseri umani.

Tra sinistra e destra

«La sinistra non è il comunismo, così come la destra non è il fascismo. Churchill e De Gaulle erano di destra, e sono stati i capi della lotta contro il nazifascismo di Inghilterra e resistenza francese.

Le atrocità dello stalinismo e poi le dittature comuniste dell’Est sono condannate dalla storia.

Brandt e Mitterrand non erano certo dei comunisti.

Sandro Pertini è stato un grande e amato presidente. Era un uomo di sinistra. Era stato perseguitato condannato e incarcerato dal fascismo per le sue idee.

Oggi le ideologie sono per lo più antiquariate. Ma non per questo possono essere rivalutati regimi feroci e illiberali. Il fascismo ha abolito gli altri partiti e le libere elezioni, così come ogni forma di controllo sui suoi rappresentanti, dal duce all’ultimo podestà. Si è alleato con il nazismo, ha introdotto le leggi razziali, ci ha portato in una guerra disastrosa. Un regime battuto dalla storia.

Fine, senza possibilità di replica»

E.Mentana

Lo stolto, il dito, la luna

Con un po’ di settimane di assenza, causa vari impegni, riprendo in mano il mio amato blog. E lo faccio all’indomani dei risultati elettorali delle elezioni amministrative che si sono svolti in Italia ieri. Un dato che mi fa riflettere: non solo nella mia Pistoia, ma un po’ in tutta Italia il Partito Democratico perde. E di brutto!

Analisi… Ma è merito dei partiti di destra o centrodestra ad avere incanalato la rabbia verso il diverso, verso l’immigrato (tout cour, a prescindere se sia rifugiato o meno, se sia in fuga da guerra etc etc) e verso il solito discorso trito che la sinistra non è brava a governare perché mette le tasse a tutti? Oppure è demerito della linea politica del segretario PD in primis ad aver spinto gli elettori a spostare la propria preferenza verso altri partiti?

Chi mi conosce sa bene quanto io non abbia mai avuto simpatie per il PD, meno che mai per il suo attuale segretario. E continuo a sostenere la mia antipatia verso una direzione politica di destra!

A livello locale forse qualcosa si può ancora fare (forse!), ma vedo quanto questo partito sia diventato una maschera, usata per continuare a fare i propri interessi nel proprio orticello (comunale/provinciale/regionale).

Cosa vuole il cittadino? Cosa chiede alla classe politica attuale? Indubbiamente qualcuno se lo sarà chiesto, per Dio! Se voglio fare politica, qualche domanda me la pongo… almeno io… Il cittadino vuole pagare meno tasse, perché siamo veramente al colmo e al paradosso che si predica bene e si razzola male (in pochi anni la mia TARI è triplicata!!!!); il cittadino vuole più sicurezza nelle città e nelle strade (spesso lasciate in balìa di se stesse); il cittadino vuole che i politici siano finalmente ONESTI, la lezione della prima Repubblica è servita solo a conclamare le tangenti e farle divenire attività quotidiana e spudoratamente alla luce del sole; il cittadino vuole che chi amministra un comune sia un primo cittadino che sì, ha un colore politico, ma che poi faccia qualcosa per tappare le buche lungo le strade, o che si prenda cura del verde, che faccia interventi seri sul territorio, senza usare il cemento come pretesto per far ripartire l’economia (invece di nuove colate per nuove abitazioni, che spesso rimangono invendute causa penuria di euro, ristrutturiamo quelle decine di migliaia che sono vuote).

Vogliamo poi parlare delle province? A cosa ha portato la riforma Del Rio? Ad un guazzabuglio giuridico e politico, ha azzerato competenze e professionalità, ha tolto un presidio sul territorio, ha spostato personale verso comuni e regioni o altri enti pubblici… E che è successo poi? Gli enti ci sono ancora, chiamateli come vi pare ma ci sono: depotenziati, senza soldi, senza avere la possibilità di gestire quel parco di competenze che sono state mantenute… Risultato? Presidenti di provincia costretti a denunciare lo Stato alle procure delle repubbliche!

E’ ora di finirla con gli spot elettorali, tanto cari a Renzi come a Berlusconi. Ed è ora di finirla anche con quella demagogia becera di Grillo e del suo movimento. La democrazia è il governo del popolo, e per fare questo occorre riportare la politica nelle famiglie. Ripartire da un concetto di partecipazione democratica, di far tornare l’interesse a occuparsi della res publica, della cosa pubblica. Coinvolgere i cittadini nell’interesse del singolo municipio, invitando la gente ai consigli comunali, informando e formando.

Finché gli interessi di pochi avranno il predominio sugli interessi dei tanti, e finché la smania dittatoriale di un singolo uomo al comando prevarrà sull’ottima di buona amministrazione e responsabilizzazione e di etica, allora ci meriteremo i Renzi e i Berlusconi che abbiamo avuto e che hanno ancora voce in capitolo.

Gli unti del signore, gli uomini salvatori della patria, chi si considera l’unica vera scialuppa di salvataggio… finiscono sempre per fare una pessima fine (politica e non).

A questi personaggi io preferisco un sindaco che si sporca le mani per fare il proprio lavoro e per essere presente con i cittadini. Di gente arroccata sugli scranni, buona sono a vaticinare e sproloquiare, che non ha nemmeno la decenza di ascoltare maggioranza e opposizione, che si sente superiore, che non fa mai una seria autocritica, non ne abbiamo più bisogno.

Si comincia il nuovo anno con educazione e rispetto

Sia fatta la volontà di Ignazio

bandiera-rainbowLeggo su internet che alcuni amici si sono offesi dalle parole pronunciate da Ignazio La Russa, al convegno organizzato dalla Regione Lombardia sul tema della famiglia “tradizionale”. Convegno organizzato dalla Regione a fini meramente politici (e quindi con la minaccia da parte della BIE di sconfessare l’Expo2015) nella sala dedicata a Giovanni Testori, grande intellettuale italiano ed omosessuale. Una beffa dietro l’altra.

Il convegno, organizzato da Alleanza Cattolica, tratta di “famiglie naturali”, considerando quella costituita esclusivamente da uomo e donna come l’unica possibile; alternando gli interventi di chi propone sistemi pedagogici e psicologici per “riconoscere” l’omosessualità nei più piccoli e quindi “assisterli”, ad altri, di illustri ricercatori clinici che metteranno addirittura in dubbio l’esistenza stessa di categorie quali quelle dell’eterosessualità e dell’omosessualità, fino a presunte cure e metodi di guarigione.

Per puro diritto di informazione, vorrei semplicemente ricordare qualche dato (ricopio un po’ di informazioni prese dalla voce su  Wikipedia):

  • L’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano che comporta l’attrazione sentimentale e/o sessuale tra individui dello stesso sesso. Nella definizione di orientamento sessuale, l’omosessualità viene collocata nel continuum etero-omosessuale della sessualità umana, e si riferisce all’identità di un individuo sulla base di tali attrazioni e dell’appartenenza a una comunità di altri individui che condividono le stesse;
  • L’orientamento sessuale è stato provato essere generalmente impermeabile agli interventi intenzionati a cambiarlo. Nessuna ricerca scientificamente adeguata ha dimostrato che tali interventi siano effettivi o salutari. Le principali organizzazioni di sanità mentale non incoraggiano gli individui al tentativo di cambiare il loro orientamento da omosessuale a eterosessuale. Tutte le maggiori organizzazioni statunitensi di sanità mentale hanno adottato una politica di dichiarazioni con lo scopo di avvertire i professionisti e il pubblico sui trattamenti che implicano il cambiamento dell’orientamento sessuale. Le maggiori associazioni di sanità mentale considerano i punti di vista che sposano organi intenzionati a tale cambiamento non sostenuti dalla scienza e che tali cosiddetti trattamenti sull’omosessualità creano uno scenario in cui il pregiudizio e la discriminazione possano fiorire.
  • L’American Psychological Association “incoraggia i professionisti di sanità mentale a sfatare la travisante efficacia dei tentativi di cambiamento dell’orientamento sessuale che promuovono o promettono il cambiamento del medesimo, incoraggiando invece a fornire assistenza a quelle persone afflitte dalla loro o da quella di altri situazione sessuale, e conclude che i benefici riportati dai partecipanti a tentativi di cambiamento possono essere ottenuti mediante approcci che non intentano al cambiamento dell’orientamento sessuale”.
  • L’Australian Psychological Society afferma che “L’orientamento omosessuale non è una malattia mentale e non ci sono ragioni scientifiche per tentare una conversione di lesbiche o gay ad un orientamento eterosessuale. L’Australian Psychological Society riconosce la scarsità di evidenza scientifica riguardo l’utilità di una terapia di conversione, e sottoscrive che essa potrebbe, di fatto, essere dannosa per l’individuo. Cambiare l’orientamento sessuale di una persona non è semplicemente una questione di cambiamento del comportamento sessuale della stessa. Esso necessiterebbe dell’alterazione dei sentimenti emozionali, romantici e sessuali della persona e la ricostruzione della propria concezione di sé e dell’identità sociale.”
  • Similmente, il Royal College of Psychiatrists stabilisce che “Non v’è alcuna evidenza scientifica che l’orientamento sessuale possa essere modificato.” e che “La maggior evidenza dell’efficacia di un qualsivoglia trattamento deriva da test clinici random e nessun test di questo tipo è stato mai eseguito in questo campo.”David Satcher della Surgeon General of the United States fornisce un rapporto che afferma che “non esiste una valida evidenza scientifica per cui l’orientamento sessuale possa essere modificato”.
  • L’American Psychiatric Association (APA) ha inoltre affermato che “alcune persone credono che l’orientamento sessuale sia innato e stabile; malgrado ciò, l’orientamento sessuale si sviluppa nel corso della vita di una persona”. L’APA dice anche che “la maggior parte delle persone sperimenta ben poco o senza alcun senso di scelta riguardo al proprio orientamento sessuale.” In un resoconto in associazione con le maggiori organizzazioni mediche americane, l’APA afferma che “differenti persone realizzano in differenti punti della propria vita di essere eterossessuali, gay, lesbiche o bisessuali”. Un rapporto della Centre for Addiction and Mental Health afferma: “Per alcune persone, l’orientamento sessuale è continuo e stabile nella loro vita. Per altri, l’orientamento sessuale può essere fluido e cambiare nel corso del tempo”.
  • Nel 1973, l’American Psychiatric Association rimosse l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, negando così la sua precedente definizione di omosessualità come disordine mentale. Nel 1977 il Québec divenne il primo Stato al mondo a proibire a livello giuridico la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. Durante gli anni ottanta e novanta del XX secolo, la maggior parte delle nazioni sviluppate approvò leggi decriminalizzanti il comportamento omosessuale e che proibivano la discriminazione contro persone lesbiche e gay nel lavoro, nei contratti d’affitto, in casa e nei servizi. D’altra parte, molte nazioni del Medio Oriente e africane, così come vari stati asiatici, caraibici e sudpacifici, ritengono l’omosessualità illegale. In sei nazioni il comportamento omosessuale è punibile con l’ergastolo; in altre dieci la pena può giungere alla morte.

L’onorevole Ignazio La Russa siede sulla poltrona di onorevole praticamente quasi ininterrottamente dal 1992. Segno evidente che una buona fetta di popolazione italiana si rivede nelle sue proposte politiche e nelle sue ideologie, altrimenti non avrebbe avuto questa carriera politica. Quindi, per una fetta dei miei concittadini di destra, non c’è niente di male a trattare argomenti assolutamente senza un fondamento scientifico, sperperando denaro pubblico che avrebbe avuto sicuramente più validi motivi di spesa in altri fronti, in un’aula dedicata a Giovanni Testori, uno tra i più illustri scrittori, drammaturghi, storici dell’arte e critici letterari italiani.

E, allora, amici miei, perché vi scandalizzate? Se, poi, alla luce delle sue simpatiche affermazioni, strabuzzate gli occhi e vi sentite un filo offesi dalle sue parole, smettete di votarlo. Il popolo italiano (almeno una parte) ve ne sarà grato (poi però non metteteci Renzi al suo posto, perché fa anche peggio, grazie!!!).

Economia all’italiana

repubblica_italiana_emblema_logoHo sempre più l’impressione che quando un governo italiano dice di mettere mano all’economia, mi viene in mente un Consiglio dei Ministri che si siedono ad un tavolo e iniziano a giocare al Monòpoli: tutti giocano, nessuno vince, ma chi perde è sempre l’italiano medio!!!

Allora ho fatto una ricerca e sono andato a cercare, sul sito della Ragioneria Generale dello Stato, il BilancioSemplificato-DLB-2013-2015. E mi si è aperto un mondo!!

Secondo il dipartimento del Ministero dell’Economia e Finanze, alla 31/12/2012 in Italia ci sono state entrate  (tributarie ed extratributarie) per un totale di 498,995 mld di euro. Le uscite, tra spese correnti, interessi e spese in conto capitale, sono state pari a 500,563 mld di euro. Qualcosa non torna, vero? Eh si, abbiamo speso e spendiamo molto di più di quello che incassiamo… Appena (si fa per dire) 1,5 mld di euro per quanto riguarda lo scorso anno, cifra che però, stando alle previsioni formulate lo scorso anno, dovrebbe via via riportarsi su valori positivi, ossia dovremmo tornare ad avere più entrate che uscite nel 2015. Se me lo avesse detto Paperon de’ Paperoni, ci avrei creduto! Ma scritto da chi ci governa… mah…

Faccio un piccolo esempio, visto che l’argomento è più che attuale: la tassazione sul patrimonio… Prima è stata inventata l’ICI, Imposta Comunale sugli Immobili. Si pagava un po’ tutti, con diverse esenzioni, i soliti mugugni ma la tassazione era probabilmente più equa. Il presupposto di questa imposta è il possesso delle seguenti tipologie di immobili, a qualsiasi uso essi siano destinati: fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. Ho sempre pagato, mi sembrava una tassazione giusta, la cosa è finita sempre con il bollettino in coda all’ufficio postale

Poi è arrivata l’IMU, che vorrei sottolineare ancora una volta, è stata inventata di sana pianta durante il Governo Berlusconi IV dal ministro Giulio Tremonti. Vogliamo qualche dato ulteriore? L’IMU è stata introdotta in attuazione del tanto sbandierato federalismo fiscale con il Decreto Legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 (artt. 7, 8 e 9), pubblicato sulla G.U. n. 67 del 23 marzo 2011 che ne stabiliva la vigenza dal 2014 per gli immobili diversi dall’abitazione principale (art. 8, comma 2°, d.lgs. n. 23/2011). Come molti provvedimenti del centrodestra, all’inizio sono stati sbandierati come risoluzione di problemi, di nuove svolte, di fine alle tanto odiose mosse degli altri governi di mettere le mani in tasca agli italiani… alla fine, invece, sono stati soltanto un bluff e un gioco sporco di scarica barile: se prima Roma ti faceva pagare 100 euro di tasse, ora Roma 30 – Firenze 50 – Pistoia il resto! Vale a dire, da una parte detasso la finanza nazionale, dall’altra costringo gli enti locali a strozzare i cittadini se vogliono continuare a tenere su i servizi essenziali… Comodo, no?

Abbiamo avuto le finanziarie lacrime e sangue per tutto il 2012 e il 2013, e ora? Ci è stato chiesto di fare sacrifici su sacrifici… e ora? Per non pagare l’IMU, si aumentano le tasse sulle banche e sui carburanti.

Ancora una volta, chissà come mai, mi viene in mente George Orwell e la sua meravigliosa “Fattoria degli animali”: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.” In Italia, gli animali-cittadini sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri perché, come i furbetti e i volponi, hanno amici che li aiutano, sanno leggere le leggi e se le fanno aggirare da luminari delle scienze economiche. L’importante è che il cittadino medio/piccolo sia spolpato e dissanguato per mantere lo status-quo.

A proposito di Beppe Grillo

grillo_01-150x137Un appunto in risposta ad un post di un amico su Facebook, questo il mio punto di vista.

Il suo linguaggio sarà anche fin troppo sproloquioso… ma lui intercetta un discreto pezzo della popolazione italiana che è stufa dei partiti e della partitocrazia… non prendetelo troppo sotto gamba, perché nonostante tutto fa politica come tanti altri pagliacci e buffoni che sono in parlamento e che negli ultimi anni hanno fatto di tutto e di più e di peggio! E senza riferimenti precisi, perché tanti politici in maniera trasversale sarebbe da rimandarli a casa, invece di candidarli di nuovo… destra o sinistra non vale più, l’Italia non ha una storia ancora forte per attestarsi sul bipolarismo… ma ha voglia di moralità e di etica, soprattutto da chi se ne è riempito la bocca e poi l’ha sputata nel primo catino disponibile, lasciando la popolazione in balia di capitani poco coraggiosi e molto ladri…