Celeste Ingrao

Prendo in prestito le parole che ha usato la signora Celeste Ingrao in merito alle elezioni:  “Il mio voto a LIBERI E UGUALI”, perché rispecchiamo in pieno il mio attuale pensiero politico.

Io voto LEU perché mi sono stufata di compatibilità, pareggi di bilancio, mercati … Perché penso che bisogna rivoltare il discorso corrente e ripartire dalle persone, dalle loro vite e dai loro bisogni..

Io voto LEU perché mi sono stufata di “privato è bello” e penso che la civiltà di un paese si giudichi dalla bontà della sua sfera pubblica.

Io voto LEU perché mi sono stufata di grandi opere inutili o dannose. Perché penso che bisogna ripartire dalla conservazione e manutenzione del territorio e dalla rinascita delle nostre città.

Io voto LEU perché voglio che si ricominci a parlare di riduzione dell’orario e di un nuovo rapporto tra tempi di vita e tempi di lavoro.

Io voto LEU perché penso che sia una vera tragedia per un paese avere nuove generazioni senza speranza e che già sanno che vivranno peggio dei loro genitori.

Io voto LEU perché non sopporto più di vedere cancellate tutte le cose buone che abbiamo conquistato con anni di lotte.

Io voto LEU perché anche a me piacerebbe avere come un tempo una casa “grande” in cui riconoscersi. Ma se quella che avevamo è stata distrutta si può solo, con pazienza, provare a ricostruirne una nuova.

Io voto LEU perché misurarmi con altri che non la pensano proprio come me mi piace e mi stimola. E se qualche volta mi fanno rabbia, non importa. Fa parte della lotta politica.

Io voto LEU perché lì ci sono tante compagne e compagni che conosco da sempre e tanti e tante che ho imparato a conoscere e ad apprezzare in questi anni e altri che sono curiosa di conoscere.

Io voto LEU perché la politica è stata ed è uno dei grandi amori della mia vita e voglio continuare a provarci, a riprovarci e riprovarci ancora.

Io voto LEU perché non è il “meno peggio” ma è una speranza.

E le speranze bisogna coltivarle.

Con la cura e la passione che serve a farle diventare realtà.

Stazzema 2016

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Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Pupazzi

Elezioni-astensione-attiva-ecco-cosa-succede-col-non-voto-420x270Vedo il Presidente del Consiglio, in foto e sui tg, (s)parlare di Italia, di futuro, di ripresa e tanti altri altre bla bla bla bla…

E ovviamente, giù ad elogiare questo politico nuovo, fresco, con la faccia giovane, e giù auguri di buon lavoro, complimenti e via discorrendo… Mah!

Personalmente, al personaggio di cui sopra, augurerei tante cose. Soprattutto, di soffrire di fame e stenti esattamente per quanto sta facendo soffrire una buona fetta di italiani (mai toccare gli amici con i soldi eh?).

Tagliato stipendio e rimborso, perché chi va a far politica non deve ingrassarsi il portafoglio a sbafo. E una lezione direttamente impartita da Pietro Calamandrei, che temo il pupazzo mio conterraneo non sa nemmeno chi sia.

Dopodiché, come premio per aver governato questo paese, un anno ai lavori forzati in una colonia penale agricola sul modello di Pianosa. Niente internet, niente Facebook, niente Twitter, niente annunci e sproloqui o castronerie varie. Perché lui la faccia ce la mette, nel frattempo lo mette in culo a tutti gli italiani, insieme a tutti i baciapile che si ritrova intorno.

Mi aspetto ancora che il PD faccia qualcosa di sinistra e la smetta di voler essere figlio illegittimo della Democrazia Cristiana. Sicuramente nel DNA ha qualche atomo, avuto in prestito dai vari popolari naufragati su quella spiaggia, ma su una cosa sono più che certo: non ha più nessun legame con Gramsci e con De Gasperi.

Cara Befana…

BefanaCiao Befana, quest’anno ho deciso di scriverti anche io una letterina. Si si, lo so, è da tanto che non ti scrivo e non mi faccio più sentire, ma sai com’è, uno cresce, trova altri impegni e altre attenzioni, e così… Ma non mi sono mai dimenticato di te, lo sai bene, perché anche tu, come Babbo Natale, sei speciale e vedi fin dentro alle nostre anime.

Ecco, cara nonnina, quest’anno ho preso carta & penna per una lettera un po’ speciale, vedrai che leggendola capirai il perché di tutto questo.

Quest’anno, come regalo nella tua calza, con il solito carbone (sono stato un po’ cattivo, certo, come tutti del resto, non sono un immacolato!), vorrei anche tu mi portassi un governo nuovo!! Ora non strabuzzare troppo gli occhi, lo so che è una richiesta anomala e strana, ma ti spiego, per filo e per segno, come mai sono arrivato a ciò.

Vorrei un presidente del consiglio dei ministri che fosse onesto, serio, determinato, che avesse il polso fermo e determinato per rimettere in sesto questa nostra povera Italia, sopraffatta da papponi, mignotte, raccontaballe, buffoni, ladri, farabutti, puttanieri, voltagabbana, inquisiti etc etc etc. Vorrei che questo presidente fosse pragmatico, che non facesse promesse bluff, che strappasse ai burocrati europei (e tedeschi) quel minimo di umanità e dignità umana che i signori del nord hanno ormai perso (secondo me, il freddo gioca loro un brutto effetto!), perché la loro logica di rigore non porta che altra povertà solo per noi, mentre temo che porti soldi solo a loro, che ne hanno già fin troppi. Vorrei un presidente che, di fronte a questa maledetta crisi, sia un vero e moderno Robin Hood: prenda un po’ di quattrini ai ricchi e li dia a noi poveri, che sappiamo fin troppo bene cosa vuol dire tirare la cinghia!! Vorrei, anche, che questo presidente si attivasse per una nuova Unione Europea, che non sia solo la somma di banche e grandi imprese, ma che riprenda in mano il progetto federalista del compianto Altiero Spinelli e che porti ad una vera federazione di stati, e non un’accozzaglia indeforme che non si sa dove abbia capo e coda.

Vorrei che il ministro per i rapporti con il Parlamento che facesse un serio collegamento tra i palazzi (e non che sia una specie di ufficio stampa con compiti quasi da burattino), perché questo lavoro va preso seriamente. Di comici, sinceramente, non ne abbiamo più bisogno.

Vorrei che il ministro per le riforme istituzionali andasse a chiedere consiglio ai più illustri professori di diritto costituzionale delle varie università e ci discutesse un po’, diciamo un paio di mesi, così che possa capire bene l’argomento di cui intende parlare, e che le castronerie partorite in Parlamento fanno ridere i polli, mentre noi cittadini vogliamo un governo competente, serio, che realizzi ciò che promette e non sentirci presi ancora una volta per le mele del culo!

Vorrei che il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione fosse preso da uno dei tanti uffici comunali sparsi per il Bel Paese, che sia cioè competente a pieno della materia, e che semplificasse SERIAMENTE l’apparato burocratico che vuol gestire, perché ora come ora per lamentarsi bisogna recuperare il lasciapassare A38 alla “casa dei folli”, come nella prova di Asterix & Obelix: roba da chiodi!

Vorrei che il ministro per gli affari regionali si mettesse a tavolino con regioni, province, comuni e città metropolitane. E che fosse deciso, una volta per tutte, compiti e competenze. Il metodo “Augustus” può andare bene, ma ora come ora siamo in un guazzabuglio di regole e norme che servono solo a fare confusione. E Dio solo sa quanto invece abbiamo bisogno di chiarezza e certezza!! Perciò, ok a vari enti ma che non siano il solito parcheggio di ex politici trombati alle elezioni o, peggio ancora, il parcheggio di parenti e parentela messa lì a scaldare una poltrona e intascare soldi pubblici a sbafo. Ne abbiamo troppi di ladri, tagliare tagliare!!!

Vorrei che il ministro per gli affari e la cooperazione estera fosse un professore universitario, un grande accademico che sia in grado di parlare diverse lingue straniere, ma soprattutto che sappia portare le nostre competenze nelle giuste sedi diplomatiche del mondo. E non sia, invece, una qualche marionetta nelle mani di qualche multinazionale, il cui interesse è massimizzare i profitti a danno di tanti.

Vorrei che il ministro degli affari interni non fosse né un avvocato né un giudice né un burocrate, ma un contadino. Sorpresa di questa richiesta? Eh, sospetto che anche qui avrai strabuzzato gli occhi. Ma ti spiego il perché. Un contadino ha scarpe grosse e cervello fino, e non lo si buggera tanto facilmente. Si si, lo so, ti starai chiedendo che c’entra un contadino a comandare Polizia, Carabinieri, e tutte le altre forze. E’ qui la storia: c’è da tagliare rami secchi e fare opera di manutenzione alla pianta!! In Italia abbiamo 5 strutture di forza pubblica, ognuna con un comandante generale, una pletora di uffici, reclutamenti speciali che si sommano, competenze che si sovrappongono… no no, sfoltire e ripulire! Una struttura unica nazionale, con il servizio “112” unico, con un unico comandante generale, i reclutamenti formati dalle migliori teste dei vari corpi, con specializzazioni si ma senza duplicazioni di sorta. Ma soprattutto, che a livelli alti non sia dato potere assoluto con stipendi da capogiro: a certi livelli farebbe bene tornare a 800 euro al mese, così da capire come fa il popolo a campare.

Vorrei che il ministro di grazia e giustizia fosse un insegnante… Oh, si Befana, hai letto proprio bene, un insegnante. Perché insegni che la grazia e il perdono vanno meritati e non chiesti come caramelle. Che il carcere serve sì a tenere sotto chiave certi personaggi, ma che debba valere anche alla rinascita di persone che hanno commesso errori, che sia educativo e rieducativo. E se c’è sopraffollamento, beh ripristiniamo le strutture dismesse. Perché anche qui, a chi ruba soprattutto denaro pubblico, non farebbe male passare qualche decennio a zappare qualche pezzo di terra, o anche a tenere sotto controllo il patrimonio forestale del Demanio. Loro imparano, i boschi tornano puliti, la nostra Italia ne gioverebbe.

Vorrei che il ministro della difesa facesse un esame di coscienza, serio, ma davverio serio. Comprare aerei & navi e bruciare miliardi di euro, cara Befana, non mi sembra proprio il caso, soprattutto di questi tempi. Ok, bisogna avere forze di terra, di mare e di cielo, ma questo non giustifica commesse e acquisti fatti senza senno! Se qualcuno si vuol comprare una portaerei e se la vuol tenere in giardino, faccia lui con i proprio soldi, non con le tasse degli italiani!

Vorrei che il ministro dell’economia e finanze fosse un altro contadino. No no, tranquilla Befana, non spopolerò le campagne! Ma certe persone, perdonami l’azzardo, sono molto più brave e competenti di politici e politicanti. In Italia abbiamo troppe tasse, perché si è scelto una tassazione molto spesso astrusa. Facciamo che il ministro si metta a tavolino a studiare un sistema chiaro, come in Svizzera, dove ci sono tasse locali, tasse cantonali e tasse federali. Ognuno, pure qui, è giusto che paghi, ma smettiamola di dire che il governo non mette le mani in tasca agli italiani, semplicemente perché lo delega a regioni, province e comuni! Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato è sempre che si pagano tasse onerose e spesso insulse. Se mi chiami TASI (TAssa sui Servizi Indivisibili) una patrimoniale, sei un ladro e un farabutto, oltre che un bugiardo. E’ giusto che sia a pagare di più chi possiede di più, in termini monetari e finanziari. E smettiamola di far pagare gli anticipi delle tasse, smettiamola anche di far pagare tasse insulse (vedi le accise sui carburanti), perché la guerra in Abissinia del 1935 è più che polvere! Vedrai, cara Befana, che se ci mettiamo un contadino, in un anno facciamo una riforma seria di tutto il settore.

Vorrei che il ministro per lo sviluppo economico sviluppasse seriamente l’economia con incentivi interventi seri. Ti dò i soldi per un progetto e ti controllo dall’inizio alla fine. Hai realizzato il progetto? Bene, ti dò un premio. Hai fatto qualche errore? Male, mi prendo quello che hai fatto e ti chiedo i danni. Lo Stato subentra di diritto nella proprietà dell’oggetto/bene/servizio. E che la gestione di servizi da affidare ai privati sia fatta con criteri selettivi, controlli e premi o punizioni, a seconda dei risultati ottenuti. E, importantissimo: tutti i presidenti delle aziende di stato o sotto il controllo dello Stato abbiano stipendi massimi di 1.500 euro al mese. Al massimo con premi produzione in base all’andamento di quell’azienda. Ma se l’azienda va per fallire, si chiedono i danni a coloro che l’hanno gestita e che l’hanno portata al tracollo. E che lo Stato paghi i fornitori a 30 giorni dalla data di emissione della fattura, perché uno stato serio e onesto chiede le tasse ma paga anche nei tempi stabiliti.

Vorrei che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia un’autista di autobus. Capirai, chi meglio di lui ne capisce di trasporti? Abbiamo strade, autostrade, svincoli, viadotti, ferrovie… Per muoversi, ne abbiamo di scelta, peccato che però ogni strada sia piena di buche, le autostrade si pagano ma non sappiamo chi si intasca i soldi (e non fanno i lavori di manutenzione), i viadotti crollano appena dopo 10 giorni dall’inaugurazione, le ferrovie non investono nel territorio. Smettiamola di bucare le montagne e sfruttiamo quello che abbiamo già, soprattutto col solito discorso che la coperta è corta e non ci si copre bene. Perché spendere miliardi per bucare le Alpi o gli Appennini quando le gallerie e i “corridoi” che abbiamo sono utilizzati solo per metà della loro reale capienza? Ma soprattutto, perché quando abbiamo realizzato queste infrastrutture, non abbiamo progettato lo sviluppo che ne è avvenuto, mentre solo pensando al presente e alle sole richieste di quel momento? Autostrade a 4 corsie andavano realizzate fin dall’inizio.

Vorrei che il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali fosse un altro contadino… Perché solo chi ha vissuto in campagna sa quanto valore c’è in un pezzo di terra. Vorrei che il ministro studiasse uno stop al consumo di suolo per almeno 50 anni, e che il ministro dell’economia studiasse una formula di incentivi a ristrutturare il patrimonio immobiliare presente. Più parchi, più boschi, più campi e meno cemento.

Vorrei che il ministro dell’ambiente fosse un architetto, così che al posto dei grattacieli potrebbe studiare nuovi scenari all’aria aperta, nuove tutele sul nostro territorio. E dare occasione a molte zone d’Italia di trasformare il turismo in una vera miniera d’oro, così da dare nuovo sviluppo e nuove opportunità a chi vuol restare al proprio paese.

Vorrei che il ministro del lavoro e delle politiche sociali fosse un operaio. Che sa cosa vuol dire fare sacrifici per mantenere il proprio posto, che lotta per diritti e doveri che i potenti e i papponi vogliono diminuire o annullare, in nome di un moderno sviluppo economico che di moderno ha solo la voglia antica di schiavitù.

Vorrei che il ministro dell’istruzione università e ricerca fosse un insegnante. Eh, qui ci stava proprio ad hoc, perché un insegnante a cui sta a cuore la scuola, a cui stanno a cuore i propri alunni e che ama il suo lavoro, non si sarebbe mai azzardato a fare certe riforme scellerate e insulse, votate solo al mercimonio e agli interessi mafiogeni. La scuola è il primo investimento di un paese moderno. Un popolo senza cultura è un popolo morto. Perché un popolo ignorante è un popolo facile da ingannare. Punto.

Vorrei che il ministro per i beni e le attività culturali fosse un impiegato di un museo statale: diamogli il coraggio e la forza di fare del nostro Paese una gallina dalle uova d’oro. Musei aperti e gratuiti fino a 18 anni e over 60, sconti nei weekend e nelle giornate di festa, incentivi a chi lavora nei turni notturni o festivi. Perché la cultura è 365 giorni l’anno, perché la cultura noi italiani l’abbiamo creata dal nulla e questo primato ce lo invidiano tutti. E lo stiamo buttando alle ortiche!

E infine, vorrei che il ministro della sanità fosse un infermiere professionale, tipo quelli che fanno turni massacranti ai pronto soccorso dei vari ospedali italiani. Che smettesse di parlare di salute ma tornasse a parlare di sanità, soprattutto pubblica. Una sanità efficente, che dia merito a chi ne ha diritto e che si prenda cura del paziente, invece che abbandonarlo su una barella o peggio ancora sbatterlo fuori dall’ospedale perché l’assicurazione non copre più di tot ore di ricovero. Non è umano, è solo contabilità!

Ho finito, mia dolce nonnina. Una letterina semplice semplice, in fin dei conti, non ti pare? Ho solo chiesto quello che oggi, in Italia e in Europa, è praticamente impossibile. Tornare a porre i valori umani al centro del nostro pensiero, smettendola di indossare i panni di contabili ignoranti e asociali.

Il mondo ha bisogno di persone, non di calcolatori.

Buonanotte Befana, aspetto una tua risposta. Fiducioso che, in un modo o nell’altro, insieme al carbone mi porterai anche un piccolo dolcetto.

Proposta di legge per i parlamentari

parlamento_italianoOggi mi sono svegliato bene. Ho scritto due righe, tanto per non sapere che fare mentre cerco di trovare un lavoro… E mi sono venute in mente alcune idee in merito a ciò che ogni parlamentare italiano percepisce ogni mese.

E vediamo se il Presidente del Consiglio Matteo Renzi prende spunto da questa mia proposta… Gli italiani fanno tanti sacrifici per la crisi, fàcciano qualcosa di concreto anche gli onorevoli che siedono in Parlamento.

So ben certo che quanto ho scritto non sarà che un mucchio di parole al vento… Ma se i parlamentari del Movimenti5Stelle, che più di tutti mi sembrano battersi su questo argomento, volessero leggere il mio post e magari prendere spunto, ne sarei ben lieto.

Art. 1 – La presente legge disciplina gli emolumenti versati ai parlamentari di Camera e Senato durante il periodo di permanenza al Parlamento. E’ abolita la legge n. 1261 del 31 Ottobre 1965.

Art. 2 – L’indennità è costituita da quote mensili pari a euro 1.000,00 (euro mille/00). Dette quote non sono soggette a rivalutazione ISTAT e concorrono a formare il reddito lordo di ogni parlamentare e perciò assoggettate alla tassazione sul reddito sulle persone fisiche. Gli Uffici di Presidenza, qualora risultasse un’assenza certificata per oltre la metà delle assenza dalle sedute dell’Assemblea e delle Commissioni, avranno facoltà di decurtare la suddetta quota fino al 50% (cinquantapercento) del suo ammontare.

Art. 3 – Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, nella misura complessiva di euro 1.500,00 (millecinquecento/00), senza che vi sia rivalutazione ISTAT ed erogata unicamente previa consegna agli Uffici di Presidenza della documentazione cartacea comprovante il soggiorno e le spese ad esso relative.

Art. 4 – Le spese di segreteria e di rappresentanza sono stimate in un tetto massimo mensile di euro 500,00 (euro cinquecento/00), da rimborsarsi unicamente previa presentazione della documentazione cartacea comprovante le spese stesse. Gli Uffici di Presidenza di ogni camera provvederanno a fornire ad ogni parlamentare n. 2 dipendenti e un locale ad uso ufficio. Lo stipendio del personale sarà a carico della camera di appartenenza, e comunque non superiore all’indennità stabilita all’art. 2 della presente legge. I dipendenti saranno assunti previo concorso nazionale. La scorta spetterà solo ai presidenti di Camera e Senato.

Art. 5 – Per tutta la durata del mandato parlamentare, ogni deputato e senatore è collocato d’ufficio in aspettativa, sia che essa risulti da lavoro autonomo che da lavoro dipendente. Con l’indennità parlamentare non possono cumularsi assegni o indennità medaglie o gettoni di presenza comunque derivanti da incarichi di carattere amministrativo, conferiti dallo Stato, da Enti pubblici, da banche di diritto pubblico, da enti privati concessionari di pubblici servizi, da enti privati con azionariato statale e da enti privati aventi rapporti di affari con lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni. L’indennità di cui all’art. 1 non è altresì cumulabile con stipendi, assegni o indennità derivanti da rapporti di pubblico impiego. Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano anche alle indennità e agli assegni derivanti da incarichi accademici, quando i rispettivi titolari siano stati posti in aspettativa. Sono incluse dal divieto di cumulo le indennità per partecipazione a Commissioni giudicatrici di concorso, a missioni a Commissioni di studio e a Commissioni d’inchiesta.

Art. 6 – Il dipendente collocato in aspettativa per mandato parlamentare non può, per tutta la durata del mandato stesso, conseguire promozioni né avere attribuiti aumenti periodici di stipendio. Il periodo trascorso in aspettativa per mandato parlamentare non è considerato a tutti gli effetti periodo di attività di servizio e pertanto non è computato ai fini della progressione in carriera, dell’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio e del trattamento di quiescenza e di previdenza. Tuttavia, durante tale periodo il dipendente conserva inoltre, per sé e per i propri familiari a carico, il diritto all’assistenza sanitaria e alle altre forme di assicurazione previdenziale di cui avrebbe fruito se avesse effettivamente prestato servizio. L’indennità mensile e la diaria possono essere sequestrate o pignorate, se non per giusta causa e per motivazioni formulate dall’Autorità Giudiziaria.

Art. 7 – Le somme necessarie all’esecuzione della presente legge a decorrere dal 01 Gennaio 2015 sono iscritte nei capitoli dello stato di previsione della spesa del Ministero dell’Economia e Tesoro relativi alla dotazione dei due rami del Parlamento per l’anno 2015.

Art. 8 – La presente legge entra in vigore a partire dal giorno 01 Gennaio 2015. A partire dall’entrata in vigore della presente legge, tutte le indennità e gli emolumenti saranno automaticamente riadattati a quanto disposto agli artt. 2, 3 e 4, a valersi per ogni parlamentare validamente eletto.

Art. 9 – Esaurita la durata del mandato elettorale, si considerano estinti tutti i benefici concessi ai Presidenti di Camera e Senato, ivi compresi eventuali indennità aggiuntive disposte durante l’esercizio dell’attività parlamentare. La scorta armata può essere disposta nel caso l’Autorità Giudiziaria ravvisi elementi di comprovato rischio di incolumità del parlamentare stesso.

Art. 10 – A partire dall’entrata in vigore della presente legge sono dichiarati decaduti tutti i benefici concessi agli ex parlamentari, pertanto verranno interrotte le erogazioni di emolumenti e indennità.

Art. 11 – Stante la crisi e i sacrifici richiesti a tutti i cittadini italiani, i trattamenti pensionistici relativi agli ex parlamentari ancora in essere all’entrata in vigore della presente legge saranno ridotti entro 12 mesi fino all’importo massimo stabilito all’art. 1 della presente legge e assoggettati alla tassazione sul reddito delle persone fisiche.

Domande da europeista

europaSono europeista. Sono convinto che il futuro del nostro continente sia verso l’unificazione politica di tutti i paesi europei, o almeno di chi ne voglia far parte. Sono convinto che un gruppo dirigente europeo possa essere e possa dare una svolta alla nostra società. Soprattutto a noi italiani.

Ma l’unificazione europea non è solo quella economica o finanziaria, ma è soprattutto politico-culturale. Non basta un parlamento, uno pseudo governo (diviso tra consiglio e commissione) e una specie di giustizia, occorre una carta costituzionale, che sia la sommatoria di tutte le costituzioni dei paesi aderenti e che ne amplii gli aspetti e le caratteristiche.

E soprattutto, la futura Unione Europea deve smetterla di essere la schiava del mercato finanziario e delle dittature bancarie, che non portano nessun beneficio reale ai cittadini europei, ma solo ad una minima parte, a cui ulteriori soldi sono come pioggia nel mare: un inutile spreco.

Il sito internet OpenPolis, qualche mese fa, in occasione della campagna elettorale in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, ha creato un sito, strutturato in domande e risposte mirate, per capire la propria collocazione politica e, sfruttando queste domande, vorrei dare il mio personale punto di vista…

Sono in totale 25 domande, eccole: Continue reading

La legge è uguale per tutti

220px-Reggio_calabria_monumento_all'italiaQuesta frase campeggia in ogni tribunale della nostra italica repubblica. Insieme al capoverso aggiunto secondo la quale la giustizia è amministrata in nome del popolo italiano. Oh si, sulla carta sicuramente… ma nei fatti, è una sporca menzogna!

La legge NON è uguale per tutti, perché se ti puoi permettere dieci o venti avvocati, portaborse, lacché, se sei un ex presidente del consiglio dei ministri, se sei ricco e potente, la legge la inganni a man bassa, semplicemente perché la legge non è perfetta MAI.

E se mai, per bontà divina, questo sacrosanto diritto fosse sancito da un organo giudicante, basta invocare i 10 milioni di italiani che ti hanno votato per assurgere a una sorta di assoluzione per acclamazione, quasi fosse l’elezione al soglio pontificio di un cardinale sopreso in un bordello di periferia a commettere atti non proprio puri.

Vedere un 70enne difendere il suo presunto buon nome, nonostante 20 anni di giudizio, semplicemente perché da quando è sceso in campo si sono accorti delle sue malefatte e che ha evitato quasi sempre il carcere grazie o alle sue leggi o a quelle fatte dai suoi presunti oppositori, oppure accendere la tv o aprire il sito internet di un qualsiasi giornale italiano e leggere i suoi adepti che si stracciano le vesti in sua difesa, nonostante sia un LADRO a tutti gli effetti e certificato da una sentenza che non ha potuto evitare, mi fa capire quanto siamo caduti in basso.

“Ogni popolo ha il governo che si merita” diceva Aristotele 2500 anni fa… ergo, noi quinci ci meritiamo tutto quello che abbiamo avuto in 20 e passa anni! Governi di fantocci, di ladri, di bugiardi, di banchieri senza scrupoli, di farabutti patentati, di ignobili meschini e fascisti, xenofobi, puttane e papponi, sfruttatori e ingordi, insomma ci siamo meritati questa merda perché abbiamo avuto la presuzione di cambiare un sistema che si autorigenerava. Abbiamo avuto l’ardire di curare il male con la stessa causa che l’ha scatenato, con il risultato di avere in mano solo un pugno di mosche, debiti in tasta e la pistola alla tempia.

Grazie, signore e signori della politica: con la vostra ingorda fame di soldi, avete distrutto il futuro di generazioni e generazioni di ragazzi e ragazze. Ci avete svuotato l’anima, infranto i sogni, uccise le speranze!

Essere 30enni oggi in Italia vuol dire che fatta la legge, trovato l’inganno. Grazie. Avete creato per noi il più precario dei futuri.

ICI-IMU-Chiesa-cittadini

Una volta c’era la famigerata ICI… introdotta nel 1992, è rimasta in vigore fino al 2008, quando il Governo Berlusconi ha di fatto abolito l’imposta, rimasta in vigore solo per pochissime categorie. Esenti: Immobili posseduti dallo Stato, Regioni, Province, Comuni, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali, dalle comunità montane, dai consorzi fra detti enti, dalle unità sanitarie locali, dalle istituzioni sanitarie pubbliche autonome, dalle camere di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali; Fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9 (fabbricati destinati all’esercizio del culto, e per altre specifiche esigenze pubbliche); fabbricati di proprietà della Santa Sede, appositamente indicati nei Patti Lateranensi; fabbricati appartenenti a Stati esteri ed alle organizzazioni internazionali; fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e recuperati per essere destinati ad attività assistenziali; terreni agricoli situati nelle aree montane o di collina; fabbricati posseduti da enti non commerciali e destinati esclusivamente ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, nonché ad attività di religione e di culto. Da notare che la Santa Sede ha il 20% del patrimonio immobiliare italiano!!!! Vabbè… a parte questo… in casa, pagavamo circa 100 euro l’anno…

Ora è arrivata l’IMU, Imposta Municipale Unica… e se tutto va bene, il costo non sarà solo quasi decuplicato, ma dovremmo riaccatastare al catasto fabbricati tutti gli immobili rurali che attualmente sono nel catasto terreni. Questo comporta chiamare un geometra, fare una perizia, chiedere il cambio di catasto, etc etc etc. Tradotto in termini: pagare!!

Apro internet (mi riesce ancora avere questo privilegio… ma con molti sacrifici) e leggo che il Card. Bagnasco ha affermato «La Chiesa non chiede privilegi, se evade le tasse compie un peccato». Eminenza, mi dica, sinceramente, ma finora, che atteggiamento avete avuto nei confronti dello Stato Italiano, delle tasse e di noi cittadini? Fino all’arrivo del Governo Monti, avete continuato a chiedere privilegi, alla faccia di noi cittadini. Io devo pagare le tasse, nonostante non abbia un lavoro, nonostante non abbia ricchezze nascoste, solo perché sono proprietario di una vecchia casa rurale e di un po’ di terreno, che la mia famiglia coltiva con tanti sacrifici, visto che non abbiamo diritto a tante agevolazioni… noi… cittadini… ma voi, Eminenza, quante agevolazioni avete avuto finora? Non metto in dubbio che la Chiesa Cattolica svolga un importante ruolo sociale, questo è verissimo… ma mi spieghi, allora, perché a Pistoia la Curia sia proprietaria del Cinema Roma! Visto che quell’immobile non è né una scuola né un seminario né un luogo prettamente di culto, mi sembra più che giusto che vi si paghino le tasse!

Eminenza, so che tanto Lei non leggerà mai questo mio post, ma le chiedo ugualmente un minimo di rispetto per noi italiani che tutti i giorni siamo costretti a fare i sacrifici per un tozzo di pane mentre Lei, mi perdoni, il pane quotidiano ce l’ha sempre assicurato dai nostri soldi (8×1000 e co.).