Di tanto in tanto mi soffermo sul mio blog qualche minuto, guardo e riguardo un po’ tutto quello che ho scritto finora, ma poi finisco per veleggiare nel web a fare mille e altre più cose. E’ sempre così: ci sono tanti impegni e così poco tempo a disposizione!
Ultimamente però, complice il dover fare il pendolare tra casa e lavoro, ho finalmente rispolverato la mia fantastica libreria/biblioteca. Un compagno di viaggi migliore di un libro non c’è, garantisco!!
Perché in compagnia di un bel volume, quei 40 minuti di distanza tra la stazione di Pistoia e quella di Firenze Santa Maria Novella sembreranno ore, anche giorni, se il romanzo che state leggendo riesce a coinvolgervi così tanto e bene. A me succede proprio così.
Sono stanto Tiziano Terzani mentre scrive dalla sua amata Asia, oppure Robert Langdon mentre è in giro per Firenze a svelare il mistero della sparizione della maschera funebre di Dante Alighieri, ma sono stato anche il mago Potter che, divenuto adulto, deve affrontare l’adolescenza dei figli e una strana sensazione a lui tanto familiare come il dolore alla cicatrice.
I libri sono tutto questo: ci permettono di scoprire torbidi segreti e ruberie, come scrive Fittipaldi, ma anche di riflettere sul mondo che ci circonda, ostinato nel classificare bene e male solo dal punto di vista occidentale (come spiega Terzani). I libri ci permettono di capire molto bene i sacrifici della Seconda Guerra Mondiale e la lotta partigiana che ci ha poi donato una Carta Costituzionale tra le più moderne al mondo (leggasi Calamandrei).
Leggiamo, leggiamo tanto! Sfruttiamo di più il nostro cervello, i nostri momenti liberi per un libro. Stacchiamo la spina alla tv. Stacchiamo la spina a tablet e smartphone ogni settimana. Diamoci una tregua con il resto del mondo e regaliamoci un po’ di cultura e di sapere.
Vi lascio con una bellissima frase che ho carpito qualche giorno fa: «Diceva Bernardo di Chartres che noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.»